Proposta di interpretazione scientifica delle indicazioni terapeutiche dei rimedi omeopatici, e del loro meccanismo d'azione.
di Valter Masci

Lo studio dell’attività farmacologica e tossicologica dei principi attivi presenti negli estratti di alcune piante tossiche spiega le indicazioni terapeutiche dei corrispondenti rimedi omeopatici, e il loro meccanismo d’azione.
Un esempio: Veratrum album. È l’Elleboro europeo. Una Liliacea. L’EFSA e la Farmacopea omeopatica tedesca riportano la presenza di alcaloidi veratrinici come la veratridina.
Attività farmacologica tossicologica: l’intossicazione provocata da questa pianta è dovuta proprio agli alcaloidi veratrinici, i quali provocano una apertura dei canali rapidi del sodio con conseguente entrata del calcio nella cellula nervosa. Ne consegue massiva liberazione di acetilcolina, che giustifica il quadro della intossicazione della pianta Veratrum album, il quale si manifesta a livello intestinale e cardiocircolatorio (Rauber-Lüthy C 2010). Il quadro tossicologico intestinale è caratterizzato da diarrea profusa (Katsuragi T 1992; Duarte-Araújo M 1994). Il quadro tossicologico cardiocircolatorio, caratterizzato da bradicardia ed ipotensione severa, è dovuto alla stimolazione delle fibre vagali che afferiscono al seno coronarico e al ventricolo sinistro.
Utilizzazione omeopatica: il rimedio omeopatico Veratrum album si usa per quadri da crisi ipotensive gravi (con prostrazione, sudori intensi e sensazione di freddo) o si utilizza nel caso di diarree intense e ripetute che portano a ipotensione ipovolemica.
Modalità d’azione del rimedio omeopatico: da quanto sopra visto è evidente che il rimedio omeopatico Veratrum album funziona in modo classicamente-omeopatico, secondo il principio di inversione dell’effetto. In pratica il rimedio omeopatico si usa con la con la finalità di contrastare (secondo la legge di inversione dell’effetto) crisi ipotensive e diarree simili a quelle provocate dalla pianta Veratrum, la quale, a causa della veratridina, determina ipersimpaticotonia aprendo eccessivamente i canali del sodio. Quindi possiamo affermare che il rimedio omeopatico agisce bloccando l’apertura dei canali del sodio.
È possibile dare spiegazione scientifica a tale inversione dell’effetto di una sostanza quando se ne cambi la concentrazione? La veratridina è stata testata in vitro su cellule muscolari di vaso deferente di animale da esperimento. Si è visto che, a seconda della concentrazione alla quale viene utilizzata, provoca contrazione, oppure, al contrario, inibizione delle cellule muscolari. È stato ampiamente verificato già da tempo che la veratridina agisce sui canali del sodio sensibili alla tetrodotossina (TTX) chiamati I(Na). La cosa interessante, testimoniata recentemente, è che la veratridina applicata sulle sopradescritte cellule muscolari in bassa concentrazione (1-10 μM) stimola i canali I(Na) (provocando contrazione delle cellule muscolari) mentre a concentrazioni più alte (≥30 μM) li inibisce (provocando rilassamento muscolare). La spiegazione è che a seconda della concentrazione utilizzata, la veratridina agisce su due diversi canali I(Na) chiamati Na(V)1.6, cioè interviene sui canali Na(V)1.6(−/−) oppure sui canali Na(V)1.6(+/+) e quindi stimolando o inibendo (Zhu HL, 2009). Questo esempio dimostra che l’organismo risponde in modo completamente opposto a seconda dell’intensità dello stimolo a cui viene sottoposto.
Questa è la mia proposta di interpretazione scientifica delle indicazioni terapeutiche dei rimedi omeopatici, e del loro meccanismo d’azione, che è contenuta nel mio libro di Fitoterapia e Omeopatia. Moderne tecniche mediche. Edra di Milano, 2019. Una proposta del tutto “logica” che può aprire scenari scientifici alla Dottrina di Hahnemann, che purtroppo è rimasta bloccata a duecento anni fa senza il tentativo di darne spiegazione scientifica.