Proposta di interpretazione scientifica delle indicazioni terapeutiche dei rimedi omeopatici, e del loro meccanismo d'azione.
Lo studio dell’attività farmacologica dei principi attivi presenti negli estratti di alcune piante tossiche spiega le indicazioni terapeutiche dei corrispondenti rimedi omeopatici, e il loro meccanismo d’azione.
Prendiamo ad esempio la pianta Laburnum anagyroides. Nome botanico è Cytisus Laburnum. Piccolo albero della Famiglia delle Leguminose. Principio attivo maggiormente rappresentato è la citisina, un alcaloide chinolizidinico, che ha azione molto simile alla nicotina (Mitchell RG 1951). L’EFSA, 2009, e Bruneton, 2002, riportano la presenza della citisina in tutte le parti della pianta. I semi della pianta ne contengono la quantità maggiore, fino all’1,4% (Antoniuk VA 1982). Secondo la Farmacopea omeopatica tedesca la Tintura Madre omeopatica si prepara con parti uguali di fiori e foglie fresche.
Attività tossicologica della citisina: provoca vomito, inquietudine, depressione. In letteratura è possibile rinvenire numerosi lavori che riportano casi di intossicazione provocata dall’ingestione dei suoi semi, in special modo da parte di bambini. Il quadro tossicologico è costituito da vomito ed inquietudine, e meno frequentemente da dolori addominali e convulsioni (Forrester RM 1979). In caso di ingestione massiva dei suoi frutti si può arrivare a morte per paralisi respiratoria (Bruneton 2002). Il vomito e i dolori addominali sono determinati da contrazioni gastriche accompagnate da contemporaneo rilassamento dello sfintere gastrico. Due eventi che appaiono in seguito alla stimolazione dei recettori nicotinici a livello gastroenterico. Vediamo ora i sintomi tossicologici inquietudine e convulsioni. La citisina agisce stimolando, a livello cerebrale, le sottounità alfa-7 dei recettori nicotinici (Leonard S 2001), la cui stimolazione eccessiva porta alla comparsa di eccitamento mentale fino alle convulsioni (Stitzel JA 2000, Eger EI 2002). Accanto al sintomo tossicologico inquietudine può apparire il sintomo depressione psichica. Sappiamo che in piccole quantità la nicotina ha azione eccitante (Slotkin TA 2006) perchè provoca liberazione di serotonina attraverso l’azione della acetilcolina (Quattrocki E 2000, Kornum BR 2006). Però una stimolazione eccessiva dei recettori nicotinici provocata dalla nicotina porta a depressione psichica (Picciotto MR 2002, Zhang H 2004) che è determinata da massiva liberazione di dopamina (Bertrand D 2005) per tramite dell’azione dell’acetilcolina (Partridge JG 2002).
Indicazione terapeutica omeopatica: vomito accompagnato da inquietudine e/o depressione psichica (Boericke). Tali sintomi corrispondono al quadro tossicologico dei semi della pianta, che provoca vomito e dopo una fase iniziale di eccitazione porta alla prostrazione psicofisica e alla depressione psichica.
Modalità d’azione del rimedio omeopatico: è evidentemente classicamente omeopatica. Il rimedio omeopatico si usa con la finalità di contrastare (secondo legge di inversione dell’effetto) un vomito accompagnato da inquietudine e/o depressione psichica che è simile a quello provocato dalla pianta Laburnum, la quale determina la sintomatologia sopradescritta tramite la citisina, che stimola i recettori nicotinici. Quindi se l’estratto della pianta Cytisus Laburnum provoca vomito accompagnato da inquietudine e/o depressione psichica stimolando i recettori nicotinici, pertanto il corrispondente rimedio omeopatico (secondo legge di inversione dell’effetto) migliora un vomito accompagnato da inquietudine e/o depressione psichica bloccando i recettori nicotinici.
Altro esempio un’altra pianta: Veratrum album. È l’Elleboro europeo. Una Liliacea. EFSA, 2012 afferma che tutte le parti della pianta del genere Veratrum contengono alcaloidi veratrinici come la veratridina. La Farmacopea omeopatica tedesca riporta che le radici fresche, con cui si prepara la TM, ne contiene non meno di 0,15% e non più del 0,33%.
Attività farmacologica tossicologica: gli alcaloidi veratrinici provocano una apertura dei canali del sodio con conseguente entrata del calcio nella cellula nervosa (determinando sua persistente attivazione). Più esattamente agiscono aumentando la permeabilità del canale rapido del sodio a livello delle membrane cellulari con conseguente entrata del calcio che provoca una aumentata eccitabilità nervosa (Bruneton J 2002). Si conosce bene il quadro di intossicazione provocata da questa pianta (Rauber-Lüthy C 2010). Il quadro intestinale presente nella intossicazione da Veratrum album caratterizzato da diarrea è dovuto alla liberazione massiva di acetilcolina determinata dalla veratridina (Katsuragi T 1992, Duarte-Araújo M 1994). Secondo alcuni AA la liberazione di acetilcolina stimola la liberazione a livello intestinale del peptide chiamato VIP (vasoactive intestinal peptide) (Kimura H 2004) il quale ha funzione diarroica. Vediamo il quadro cardiocircolatorio provocato dalla veratridina: vengono stimolate le fibre vagali che afferiscono al seno coronarico e al ventricolo sinistro, con conseguente bradicardia ed ipotensione severa.
Utilizzazione omeopatica: il rimedio omeopatico Veratrum album si usa per quadri da crisi ipotensive gravi (con prostrazione, sudori intensi e sensazione di freddo) o si utilizza nel caso di diarree intense e ripetute che portano a ipotensione ipovolemica.
Modalità d’azione del rimedio omeopatico: da quanto sopra visto è evidente che il rimedio omeopatico Veratrum album funziona in modo classicamente-omeopatico, secondo il principio di inversione dell’effetto. In pratica il rimedio omeopatico si usa con la con la finalità di contrastare (secondo la legge di inversione dell’effetto) crisi ipotensive e diarree simili a quelle provocate dalla pianta Veratrum, la quale, a causa della protoveratrina, determina ipersimpaticotonia aprendo eccessivamente i canali del sodio. Quindi il rimedio omeopatico agisce bloccando l’apertura dei canali del sodio.
È possibile dare spiegazione scientifica a tale inversione dell’effetto di una sostanza quando se ne cambi la concentrazione? La veratridina è stata testata in vitro su cellule muscolari di vaso deferente di animale da esperimento. Si è visto che, a seconda della concentrazione alla quale viene utilizzata, provoca contrazione, oppure, al contrario, inibizione delle cellule muscolari. È stato ampiamente verificato già da tempo che la veratridina agisce sui canali del sodio sensibili alla tetrodotossina (TTX) chiamati I(Na). La cosa interessante, testimoniata recentemente, è che la veratridina applicata sulle sopradescritte cellule muscolari in bassa concentrazione (1-10 μM) stimola i canali I(Na) (provocando contrazione delle cellule muscolari) mentre a concentrazioni più alte (≥30 μM) li inibisce. La spiegazione è che a seconda della concentrazione utilizzata, la veratridina agisce su due diversi canali I(Na) chiamati Na(V)1.6, cioè interviene sui canali Na(V)1.6(−/−) oppure sui canali Na(V)1.6(+/+) (Zhu HL, 2009). Questo esempio dimostra che l’organismo risponde in modo completamente opposto a seconda dell’intensità dello stimolo a cui viene sottoposto.
Questa è la mia proposta di interpretazione scientifica delle indicazioni terapeutiche dei rimedi omeopatici, e del loro meccanismo d’azione, che è contenuta nel libro di prossima pubblicazione da parte della Edra di Milano. Una proposta del tutto “logica” che può aprire scenari scientifici alla Dottrina di Hahnemann, che purtroppo è rimasta bloccata a duecento anni fa determinando così rifiuto dalle Istituzioni Sanitarie.
Bibliografia
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